Entrare in luogo e, seguendo un colore, scoprire delle immagini, fermarsi per un momento e guardare Le cose degli altri.
Paolo Abate esplora un mondo incentrato sui luoghi e sui dettagli. Osserva, blocca e poi libera momenti di vita, creando delle piccole pause all’interno di un continum spazio temporale.
Il suo è uno sguardo verso cose che spesso sfuggono alla nostra attenzione e che invece la sua macchina fotografica illumina per renderle evidenti. Frammenti che danno vigore e forza ad un racconto. Un paio di occhiali sopra una tavola di un pranzo appena finito, uno specchietto retrovisore, una tenda che si muove al vento, un’ombra, una parete dipinta, tutte piccole parti di un puzzle di una storia più grande.
Luci calde rassicuranti quasi familiari, che inglobano parti delle vite degli altri e si incrociano nel singolare e personale viaggio di Paolo Abate. Le sue foto sono simboli di una quotidianità a volte estraniante ma che conserva il sapore di un mondo intimo quanto manifesto e visibile a chi riesce a guardare oltre.
(A cura di Serena Achilli, in collaborazione con Algoritmo Festival)
Paolo Abate è nato a Napoli nel 1996 ed cresciuto sul lago di Lugano. Di formazione architetto d’interni, attualmente fotografo. Innamorato del cinema d’autore e della musica, ma anche della luce del sud Italia in estate. Sempre alla ricerca di ottimi ristoranti, fra una visita al museo e l’altra.